Il cuore della missione è giovane!

Come molti di voi sapranno, il mese di ottobre è dedicato alla missione nelle sue diverse declinazioni. Quest’anno il tema della Giornata Missionaria Mondiale, che si celebrerà domenica 21 ottobre 2018, si ispira al Sinodo dei Vescovi che si sta svolgendo a Roma: “Giovani per il Vangelo”. Il titolo, che accompagnerà anche la Veglia Missionaria di sabato 20 ottobre, racchiude così due dimensioni: da una parte, si riferisce ai giovani che offrono la loro vita per l’annuncio e la testimonianza del Vangelo; dall’altra ci ricorda che la missione evangelizzatrice richiede, sempre e comunque, di essere “giovani”.

Come ricorda Papa Francesco, questo è uno slogan che ci testimonia che la giovinezza del cuore non è anagrafica, non è geografica, ma è frutto del nostro uscire, con cuori accoglienti, occhi spalancati sul nostro mondo vicino e lontano, del nostro osare nella straordinarietà del quotidiano, nell’eterna giovinezza dello Spirito che rinnova e fa bella ogni vita, ogni cosa. È la novità del Vangelo che rende giovani perché parla di Gesù di Nazareth, Parola vivente, che continua a camminare e a incarnarsi nella storia quotidiana di ogni popolo della terra. È il Vangelo che ci rinnova rendendoci profeti, portavoce di Dio e dei popoli che lottano per la liberazione di ogni uomo e donna da ogni tipo di schiavitù e oppressione.

La nostra diocesi raccoglie questo invito che guarda lontano ed esce dagli steccati e dai personalismi per volgere lo sguardo verso l’altro.

In questo slogan è forte il richiamo alla freschezza dell’impegno ad gentes che riguarda tutte le comunità cristiane nel loro complesso, indipendentemente dall’età anagrafica. Per essere missionari e missionarie insomma bisogna sempre e comunque avere un cuore giovane!

Con questo atteggiamento nel cuore, ogni cristiano della nostra diocesi è invitato a celebrare la missione nei suoi due eventi caratterizzanti. Il Centro Missionario Diocesano (CMD) vi invita pertanto alla Veglia Missionaria di sabato 20 ottobre alle ore 21.00 in cattedrale a Senigallia alla presenza del vescovo Franco e con la testimonianza di suor Lindalva (suora della Redenzione) che opera nella comunità di Sao Luis e Fortaleza nel nord-est del Brasile ed alla Giornata Missionaria Mondiale di domenica 21 ottobre all’interno delle proprie parrocchie. Siamo chiamati anche a coinvolgerci con gesti concreti di solidarietà a sostegno delle giovani Chiese e dei missionari che si impegnano nelle periferie del mondo, nell’annuncio del Vangelo e nella promozione umana in particolar modo con i piccoli e gli impoveriti.

Stefano Pioppi

Sulle Strade del Mondo 2018

A Mondolfo, domenica 7 ottobre, Riccardo, Gioele, Martina, Giada, Pietro, Luca e Jessica hanno condiviso la loro esperienza di missione in Brasile, India, Costa d’Avorio, Argentina e Cile.

Riviviamo le loro testimonianze nel video dell’incontro.

 

In preghiera per la pace

Si celebrerà il 23 febbraio, primo venerdì di Quaresima, una Giornata di preghiera e digiuno per la pace, in particolare per il Sud Sudan e la Repubblica Democratica del Congo. L’iniziativa è stata lanciata da Papa Francesco durante l’Angelus di domenica 4 febbraio, proponendola anche ai cristiani delle altre Chiese e ai seguaci delle altre religioni, “nelle modalità che riterranno più opportune, ma tutti insieme”.

In particolare nella nostra diocesi, alle 19.15, la S. Messa in Cattedrale sarà dedicata alle popolazioni della Repubblica Democratica del Congo, del Sud Sudan e della Siria.

Di seguito un approfondimento dell’Agenzia S.I.R. (Servizio Informazione Religiosa).

“Significa molto per noi sapere che non siamo soli nella nostra sofferenza e nel nostro dolore e che il mondo ecumenico è con noi e ci sostiene nel nostro cammino verso la pace e la riconciliazione”. È padre James Oyet Latansio, segretario generale del Consiglio delle Chiese cristiane del Sud Sudan, a farsi portavoce dei cristiani sudanesi e a dare il polso di come il Paese ha accolto l’iniziativa di papa Francesco di indire una Giornata mondiale di preghiera e digiuno per il Sud Sudan e la Repubblica Democratica del Congo, due Paesi afflitti da conflitti, disordini e carestie.

Nell’Angelus di domenica 4 febbraio, il Papa aveva lanciato questa iniziativa, “dinanzi al tragico protrarsi di situazioni di conflitto in diverse parti del mondo” e aveva proposto una speciale Giornata di preghiera e digiuno per la pace il 23 febbraio prossimo, venerdì della Prima Settimana di Quaresima, invitando anche i fratelli e le sorelle non cattolici e non cristiani ad associarsi “nelle modalità che riterranno più opportune, ma tutti insieme”.

Scambi intensi di corrispondenza. Nei giorni successivi, il segretario generale del Consiglio mondiale delle Chiese (Wcc), il pastore Olav Fykse Tveit, ha ricevuto una lettera del card. Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. “La preghiera di tutti i cristiani quel giorno per il dono della pace – scrive il cardinale – sarebbe un autentico segno di solidarietà e vicinanza a coloro che soffrono in queste nazioni e soprattutto ai molti cristiani di diverse Chiese che vivono lì e, inoltre, sarebbe un passo concreto nella testimonianza condivisa del Vangelo della pace, di cui il mondo ha tanto bisogno”. Il pastore Tveit ha quindi accolto l’invito del cardinale Koch ed ha a sua volta inviato una lettera alle Chiese membro del Wcc, ribadendo come siano soprattutto i bambini, i giovani e le donne a essere tra le persone più colpite dalla crisi.

“Milioni di donne e ragazze sono esposte a violenze di ogni genere in queste aree colpite dalla crisi”.

I numeri – resi noti dal Wcc – sono allarmanti. Nella Repubblica Democratica del Congo, 4,3 milioni di persone sono sfollate e, quest’anno, 13,1 milioni di persone avranno bisogno di assistenza umanitaria. Nel Sud Sudan, durante gli ultimi quattro anni di conflitto, 2 milioni di persone sono fuggite dalla nazione e circa 1,9 milioni di persone sono sfollate internamente. Altri 7 milioni di persone all’interno del Paese – quasi i due terzi della popolazione – hanno bisogno di assistenza umanitaria.

In prima linea c’è anche la Comunione anglicana. Il loro servizio di informazione dedica all’iniziativa un approfondimento parlando di “una risposta positiva e globale” all’invito di papa Francesco da parte delle province anglicane sparse nel mondo e dei loro leader. Tra questi l’arcivescovo Masimango Katanda Zacharie, primate della provincia anglicana del Congo, che ha espresso la sua felicità per la proposta del Papa e ha detto che i vescovi della provincia hanno incoraggiato le loro Chiese a prenderne parte.

Nella “lista” stilata dal Servizio informativo anglicano compare anche l’arcivescovo di Cape Town, primate del Sud Africa, rev. Thabo Makgoba, che per la Giornata ha scritto una speciale preghiera che verrà letta venerdì e nelle liturgie di domenica. In Nuova Zelanda, l’arcivescovo cattolico di Wellington, cardinal John Dew, ha scritto un messaggio insieme ad uno dei primati della Chiesa anglicana, l’arcivescovo Philip Richardson, invitando i loro fedeli alla preghiera e al digiuno. “C’è bisogno di pregare per il Sud Sudan, specialmente in questo momento in cui i leader del Sud Sudan sono ad Addis Abeba per i colloqui di pace”, scrivono i vescovi anglicani del Sud Sudan: “La preghiera è molto importante perché è la nostra arma come cristiani. Preghiamo affinché Dio Onnipotente possa trasformare i loro cuori e incoraggiarli ad abbondare i progetti di guerra per costruire la pace. Noi, sud sudanesi, siamo stanchi della guerra”.

Dal Vaticano. Interpellato dal Sir, mons. Andrea Palmieri, sottosegretario del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, racconta come in questi giorni il dicastero sta raccogliendo notizie di diverse iniziative. “Stiamo leggendo le risposte che abbiamo ricevuto dai capi delle Chiese ortodosse e dai responsabili delle altre Chiese e Comunioni che hanno espresso la loro partecipazione all’iniziativa del Papa”. Si tratta però di “informazioni frammentarie e ancora in divenire”, per cui al momento è impossibile stilare una lista completa. E comunque – si fa notare al dicastero vaticano – il Papa non ha chiesto nulla ad alcuno, per cui nessuno è tenuto a dare una risposta. Ha semplicemente espresso il desiderio che anche i fratelli e le sorelle delle Chiese cristiane partecipino a questa Giornata, auspicio che il dicastero ha ritrasmesso.

Di “riscontro positivo all’invito del Santo Padre” parla anche il Pontificio Consiglio del dialogo interreligioso che il 6 febbraio in una nota ufficiale ha sostenuto il desiderio del Papa di allargare la preghiera e il digiuno anche ai fedeli delle altre religioni, “consapevole che le religioni possono contribuire grandemente all’ottenimento e al consolidamento della pace”. Anche il dicastero ha inviato una lettera a tutti i partner del dialogo invitandoli a “vivere momenti di preghiera, digiuno e riflessione secondo la propria tradizione e nei propri luoghi di culto”.

In Italia, la Lettera del dicastero vaticano è arrivata anche all’imam Yahya Pallavicini, della Coreis (Comunità religiosa islamica), che a sua volta ha sensibilizzato tutti i delegati nelle 9 regioni d’Italia e le Comunità islamiche con i quali sono in contatto. “Nell’appello del Papa – dice al Sir l’imam – c’è un discorso umanitario e una sensibilità fraterna. Siamo richiamati all’essenza dell’uomo e alla concretezza della fratellanza”. Molto apprezzato dai musulmani l’invito alla preghiera e al digiuno da vivere “secondo la propria tradizione e nei propri luoghi di culto” perché dimostra che “si possono fare cose insieme, pur rimanendo ciascuno nel proprio posto, lanciando un livello nuovo di rispetto e di impegno”.

M. Chiara Biagioni, Agenzia SIR, 21 febbraio 2018.

Uomo che viene dal mare

In occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato di domenica 14 gennaio, Giorgia Pettinari, membro del CMD di Senigallia, ci presenta la sua scultura “Uomo che viene dal mare”, esposta in occasione della Biennale Arteinsieme 2017 presso il Museo Tattile Statale Omero di Ancona.

Tecnica e materiali: scultura in bronzo, cristalli di marmo e ferro.

Dimensioni: 8 x 30 x 22,5 cm

“Uomo che viene dal mare” è un omaggio ai migranti, di ieri e di oggi. Uomini in viaggio che sfidano il mare in cerca di vita, ma che spesso trovano morte. Uomini in viaggio col loro bagaglio di sogni e debolezze, che le intrepide onde avvolgono, scuotono e… lasciano a riva. A Lampedusa c’è una Porta sul Mare che, come disse Padre Kizito Sesana, «è per un traffico a due direzioni», ovvero per chi arriva e per chi accoglie e forse partirà; la mia scultura, seppur non viva di questa dualità, spero possa far riflettere e dolcemente meditare così come lo fa “Porta d’Europa”.

In “Uomo che viene dal mare” il pesce affonda se stesso a riva: è di bronzo, pesante, freddo, un corpo privo di vita, ma con grandi potenzialità luminose; così è anche l’uomo, nel cui animo si cela un bagliore di luce che a volte, purtroppo, non si sprigiona e non è rivelato. Il suo corpo giace sulla spiaggia, una distesa di cristalli di marmo, materia luminosa e accattivante agli occhi di chi arriva, eppure dietro questo fascino esteriore si nasconde grande aridità: la pietra infatti non nutre, non porta vita… da lontano sembra si tratti di cristalli di sale, materia che dà gusto e sapore alle cose, ma sale non è.

Con l’augurio che “Uomo venuto dal mare” possa far contemplare con mani, occhi e… cuore.

Giorgia Pettinari

gio.petti@yahoo.it

Veglia Missionaria 2017 – Video

Riviviamo la Veglia Missionaria di sabato 21 ottobre 2017, in Cattedrale a Senigallia, presieduta dal Vescovo Franco (qui il momento dell’omelia) e con la bella testimonianza di Giuseppe e Sonia sull’esperienza missionaria della loro famiglia in Cina (qui il momento della testimonianza).

Al cuore della fede cristiana… la missione!

La Giornata Missionaria Mondiale (GMM) di domenica 22 ottobre, dal titolo “La messe è molta” (Mt 9,35), è il fulcro di un intero mese dedicato all’animazione missionaria. La GMM si celebra dal 1926, anno in cui Pio XI decise di indire per tutta la Chiesa una giornata annuale in favore dell’attività missionaria. Ogni anno il Papa prepara l’evento con un messaggio, quest’anno dal titolo “La missione al cuore della fede cristiana”.

Secondo Papa Francesco “la Chiesa è missionaria per natura; se non lo fosse, non sarebbe più la Chiesa di Cristo, ma un’associazione tra molte altre, che ben presto finirebbe con l’esaurire il proprio scopo e scomparire”. Per questo è vitale che le nostre comunità passino dall’assaggiare occasionalmente la missione al masticarla come un “pane quotidiano”!

Sono più di 7 miliardi le persone che vivono nel “villaggio globale”, una moltitudine sterminata, una messe copiosa, in cui i cristiani sono tenuti a irrorare il Vangelo e con esso la pace, la giustizia e la misericordia delle beatitudini di Cristo (cf. Mt 5,3-12). Se davvero, come afferma Gesù, abbiamo davanti a noi tanta messe pronta per essere raccolta, significa che Qualcuno ci ha preceduto, un misterioso Seminatore ha sparso semi di verità e di bene che già fruttificano ovunque. Essere missionari, secondo la parola di Cristo, significa essenzialmente raccogliere, condurre al Padre tanto frutto che ovunque è già presente, e di cui non siamo gli autori ma i servi. La messe non è nostra… eppure ne siamo responsabili!

I missionari della nostra diocesi (vedi qui) ogni giorno sono impegnati a vivere questo fra popoli e persone di altre religioni e culture, immersi nella vita dell’altro, in cammino con l’altro, verso l’oltre del regno di Dio, che è sempre incomparabilmente più vasto e ampio di noi. La missione ad gentes, alla quale essi dedicano la vita, è il grande dono che ci fanno, un fermento potente di conversione e dilatazione del cuore al sogno di Dio.

Stefano Pioppi, Don Andrea Falcinelli.

Sulle Strade del Mondo 2017 – Video

Domenica 8 ottobre, ad Ostra, Pietro, Martina, Eva, Laura, Filippo, Enea, Pietro e Roberta hanno condiviso la loro esperienza di missione in Uganda, Bolivia, Costa d’Avorio, Egitto, Perù e Tanzania.

Riviviamo le loro testimonianze nel video dell’incontro.

 

Sulle Strade del Mondo 2017

PARTIRE è il verbo che ha più affascinato le persone che ci racconteranno la loro esperienza fatta nei vari paesi dell’Africa e dell’America Latina.

Pietro, Martina, Eva, Laura, Filippo, Enea, Pietro e Roberta condivideranno la loro esperienza di missione Domenica 8 Ottobre alle ore 16:30 ad Ostra, nella saletta del Congresso in Vicolo Montanari 3.

Vivere per alcune settimane fuori dalla propria terra e cultura, incontrando altre culture è un avvenimento importante, non un fatto tra i tanti, non un turismo diverso,  almeno per persone che si sono preparate a questo facendo un cammino missionario.

La PREPARAZIONE è il momento fondamentale per vivere in maniera intensa e significativa l’esperienza, infatti i nostri amici hanno fatto questo percorso con i Francescani, in Parrocchia, con i Salesiani e con l’Operazione Mato Grosso.

Ci racconteranno come sono USCITI dal nostro mondo/cultura per avvicinarsi ed ENTRARE in un altro, con modi diversi di vedere e leggere la realtà, modalità diverse di vita, di uso del tempo, di valutare la persona, la fede, Dio, la terra e ciascuno in maniera specifica in base al paese in cui è andato: Uganda, Bolivia, Etiopia, Egitto, Perù, Tanzania e Costa d’Avorio.

Scopriremo come hanno superato le difficoltà alle quali erano stati già preparati, dalla difficoltà di comunicare al non far nulla o quasi; come si sono mossi per capire il significato delle cose e come hanno vissuto l’incontro con le persone. Non si parte per fare qualcosa, per realizzare un progetto, ma per incontrare le persone con la loro vita, la loro storia, la loro fede e la loro realtà; poi magari si potrà vedere se si potrà fare qualcosa che serva a loro e non a noi.

Quattro sono i momenti importanti per chi va in missione e per la Chiesa locale: la Preparazione, l’Invio, lo Scambio e il Rientro.

Proprio il rientro significativo nelle comunità può permettere di spiccare il volo in libertà responsabile.

Giornata dei Missionari Martiri – 24 Marzo 2017

Il 24 marzo 1980, mentre celebrava l’Eucarestia, venne ucciso Monsignor Oscar  A. Romero, Vescovo di San Salvador nel piccolo Stato centroamericano di El  Salvador. Continua a leggere

Sulle Strade del Mondo

Sulle Strade del Mondo: una domenica pomeriggio all’insegna del racconto, della condivisione di un’esperienza di viaggio in terra di missione realizzata da alcune persone nel periodo estivo appena trascorso.

Si tratta di un appuntamento ormai abituale che il Centro Missionario Diocesano organizza ogni anno nel mese di ottobre per rendere partecipe la comunità di alcuni momenti significativi vissuti in luoghi lontani, in cui prestano servizio missionari della nostra diocesi o in cui si stanno realizzando progetti mirati alla promozione umana spesso seguiti o sostenuti da alcune parrocchie della città.

Quest’anno i racconti hanno avuto quasi tutti – tranne uno – come sfondo il continente africano.

Il primo a coinvolgerci con immagini e parole dall’Africa è stato Filippo Vici, che ha trascorso un periodo in Camerun presso i padri Saveriani. La sua è stata un’esperienza molto particolare perché, oltre a condividere momenti di vita missionaria e un ritiro spirituale, ha vissuto anche l’esperienza di assistere padre Giovanni Montesi, missionario saveriano della Diocesi di Senigallia, nei suoi ultimi giorni di vita.

Dopo Filippo ha preso la parola Margherita che, grazie all’operazione Mato Grosso, ha speso il suo tempo estivo con i bambini e gli anziani di un villaggio dell’ Ecuador, definendo la sua esperienza come un regalo del padre che ha svolto come lei un servizio volontario come medico nelle strutture sanitarie del medesimo villaggio.

Poi è stata la volta di Laura, partita con l’associazione lombarda “Amici di San Francesco” per il Kenia, dove ha trascorso circa un mese dedicando il suo tempo e le sue energie a 500 bambini di un orfanotrofio, ritrovandosi anche con le mani sporche di cemento per aiutare nella costruzione delle fondamenta di un edificio.

Quindi è arrivata Eleonora, che con un videomessaggio ha raccontato le sue emozioni nel vivere alcuni giorni nella comunità di Lowerere in Tanzania, grazie al progetto “Non solo pozzo” sostenuto dalla parrocchia del Portone. Il suo messaggio è stato anche un invito per tutti a vivere un’esperienza in terra africana anche per capire quali sono effettivamente le cause di tanta povertà.

Infine il racconto a più voci ricco di emozioni e stupore di Donatella, Carla, Mattia, Giorgia e Don Andrea Rocchetti, che hanno vissuto la loro esperienza missionaria in Costa d’Avorio, nella comunità parrocchiale di Dianra dove si trova padre Matteo Pettinari, missionario della Consolata. Questo gruppo di persone prima della partenza ha seguito un serio percorso di formazione organizzato dal CMD e tenuto da padre Ariel Tosoni dei missionari della Consolata presso la parrocchia di Chiaravalle.

Per concludere la serata Daniela Giuliani, da poco di ritorno da Dianra, in veste di architetto coordinatore del lavori ci ha informati sui progressi della chiesa che si sta costruendo in quella comunità.

Tutti, pur con diverse sfumature, hanno trasmesso con i loro racconti la gioia e la commozione di aver vissuto un’esperienza unica, quella dell’accoglienza e dell’incontro con le persone povere dei villaggi africani o ecuadoregni che con semplicità e poche cose materiali li hanno arricchiti di tanta umanità. Tutti hanno capito che non è tanto importante fare, costruire, insegnare quanto osservare, semplicemente essere lì per vivere relazioni, cercare di comunicare vicinanza e solidarietà anche se le difficoltà linguistiche potrebbero sembrare un ostacolo. Tutti hanno vissuto con gioia le festose celebrazioni eucaristiche della chiesa del sud del mondo e hanno sperimentato la bellezza di sentirsi chiesa senza barriere e confini. Tutti, ma proprio tutti, hanno espresso la volontà di ripartire.